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Scienziati dell'Università di Padova riconoscono che la Sindone non è un manufatto medioevale

La nuova clamorosa notizia, è che i nuovi esperimenti condotti dai ricercatori dell'Università di Padova (in collaborazione con quelle di Modena e Bologna) hanno contestato ulteriormente il valore della radiodatazione al C14 che per la testata Le Monde era "dogma" a prova di smentita.

A questo proposito, ha destato scalpore lo scienziato inglese Christopher Bronk Ramsey nel dire:

"Forse abbiamo sbagliato".

E ancora, in un comunicato del 2008 (vedi in fondo al testo), aggiungeva:

"Vi sono numerose altre prove che suggeriscono a molti che la Sindone è più antica della data rilevata al radiocarbonio".

Ramsey aveva partecipato al noto esame al radiocarbonio C14 che datava il Telo in un'epoca compresa tra il 1260 e il 1390.(1) Singolare è il fatto che nonostante quell'esame sia ormai sconfessato anche da chi l'ha eseguito, sia ancora reputato affidabile da buona parte dei mass-media. Libro Mistero della SindoneL'analisi di cui all'inizio è pubblicata nel nuovo libro "Il Mistero della Sindone", di Giulio Fanti, docente di misure meccaniche e termiche all'Università di Padova, e Saverio Gaeta, giornalista. Tale analisi supportano le precedenti eseguite in proposito dall'ENEA (vedi qui) e probabilmente riaccenderanno il dibattito sull'origine dell'oggetto più studiato della storia, nonché di una delle reliquie più preziose e misteriose della Cristianità.

Il prof. Fanti ha eseguito tre analisi: due chimiche e una meccanica. Le chimiche si sono svolte una con la luce infrarossa (FT-IR) e l'altra con la spettroscopia Raman. La meccanica invece ha consistito nell'utilizzo di una macchina speciale in grado di eseguire prove di trazione e misurare la tensione di fili sottilissimi. Per questo confronto si sono analizzati circa venti campioni di tessuto di età certa compresa tra il 3.000 a.C. e il 2.000 d.C., e il risultato dei test arretra l'età della Sindone a un tempo che circa va dal 300 a.C. e il 400 d.C.; le nuove analisi, con livello di confidenza del 95%, si allontanano diametralmente dalla datazione medioevale del 1988. Secondo l’analisi FT-IR la data è 300 a.C. ±400, per l’analisi Raman è 200 a.C. ±500, e infine per l’analisi meccanica è 400 d.C. ±400. Dalla media aritmetica delle tre date si ottiene un valore che è 33 a.C. ±250 anni, compatibile con la data storica della morte di Gesù Cristo. Gli esami sono stati effettuali analizzando delle piccole fibre sindoniche provenienti dal materiale autentico aspirato dalla Sindone prima del 1978 dal micro-analista Giovanni Riggi di Numana, tornato al Padre nel 2008; egli aveva donato questi materiali a Fanti attraverso la Fondazione 3M dopo la sua partecipazione alle ricerche del 1988.

Gli esperimenti del 1988 furono contestasti da subito e non poche voci li considerarono apertamente un fallimento. Al di là delle irregolarità procedurali commesse, non volendo approfondire né sulla buona fede di taluni addetti ai lavori, né sul pregiudizio antiscientifico/anticristiano di altri che miravano solo a presentare un risultato che diffamasse il Telo, è certo che quei risultati erano distorti poiché il campione prelevato proveniva da una zona rammendata: si trattava di un angolo contaminato per secoli di contatto delle mani di coloro che tenevano il Telo durante le esposizioni, una parte non solo inquinata da altri fattori ambientali, ma perlopiù, come sembra da alcune foto, non appartenente al corpo del tessuto sindonico.(2)

Resta tutt'ora un mistero come possa essersi impressa nel Telo l'immagine del corpo di un uomo flagellato, con segni di spine sul capo, ferite di chiodi a mani e piedi, con il fianco lacerato da una lancia. Il prof. Fanti reputa la cosa come causata da una fulminea, potentissima "radiazione":

Il Volto intero

Il Volto intero in negativo


E proprio per l'orgine legata all'ipotesi della radiazione Fanti cita altri studiosi e descrive i risultati del gruppo dell’ENEA che ha recentemente utilizzato laser eccimeri. «L’ipotesi della radiazione – osserva il professore – permette di avvicinarsi maggiormente alle particolari caratteristiche dell’immagine sindonica, ma presenta ancora un notevole problema: si possono solo riprodurre piccole parti di immagine dell’ordine del centimetro quadrato di tessuto, perché altrimenti sarebbero necessarie energie non ancora disponibili in laboratorio». Gli esperimenti eseguiti a Padova da Fanti in collaborazione con il professor Giancarlo Pesavento hanno richiesto «tensioni elettriche dell’ordine di circa 500.000 volt per ottenere immagini simil-sindoniche di pochi centimetri di lunghezza».

I risultati dell’analisi scientifica condotta da Fanti dimostrano che l'ipotesi della sorgente di radiazione è la più attendibile. E fra le ipotesi di radiazione, «solo quella che si basa sull’effetto corona (particolare scarica elettrica) soddisfa tutte le caratteristiche peculiari dell’immagine corporea della Sindone», anche se per ottenere una figura di grandezza pari a quella della Sindone, conclude l’autore, «sarebbero necessarie tensioni di decine di milioni di volt. Oppure, uscendo dal campo scientifico, un fenomeno legato alla resurrezione».

Fonte: La Stampa/Vatican Insider, The Telegraph
28/03/2013

Note

(1) Come risaputo, gli esperimenti che nel 1988 furono condotti da laboratori di Oxford, Zurigo e Arizona, indicavano un'età della Sindone compresa tra il 1260 e il 1390, età che suggerì l'invenzione di un geniale falsario medioevale - talmente geniale da restare sconosciuto - che avrebbe quindi speso l'intera sua vita per acquisire uno scibile inimmaginabile da investire nella contraffazione di questa unica sua opera, suppliziando bestialmente un uomo per ottenerne l'impronta sul Telo così come lo conosciamo. E nel frattempo nessuno se ne sarebbe accorto!

(2) E' stata rilasciata per smartphone e tablet un'applicazione che consente di osservare la Sindone nel dettaglio. L'applicazione, della novarese Haltadefinizione, resa disponibile per il patrocinio della Chiesa Cattolica, si chiama "Sindone 2.0", consente di visualizzare fotografie del Telo ad altissima definizione e con dettagli altrimenti invisibili a occhio nudo.