Studio Sindone
Il nuovo sito di studio sulla Sindone: un fatto di ragione, non di fede
MESSAGGIO CIFRATO PER L'UOMO DEL 2000?
di Antonio Bonelli
Il conflitto tra fede e scienza, e tra fede e ragione,
è una delle più stupefacenti turlupinature della storia dell'umanità.
Sommario
- La "storia" e i suoi limiti nella vicenda della Sindone
- Cosa ci dice la "scienza"? - Prima Parte
- Cosa ci dice la "scienza"? - Seconda Parte
- Come si è formata quell'immagine già tanto straordinaria?
- "L'affare" della radiodatazione al carbonio 14
- Chi è l'uomo della Sindone?
- Discussione
"L'affare" della radiodatazione al carbonio 14
Una delle ipotesi di lavoro "che faticosamente si andavano facendo strada" è certamente la radiodatazione al carbonio 14 eseguita sul tessuto. Questa indagine non poteva dir nulla su come l'immagine si fosse formata; tuttavia, se avesse stabilito essere il telo posteriore all'epoca di Cristo, l'ipotesi cristologica ne sarebbe uscita quanto meno ridimensionata. Già proposta da tempo, ma mai consentita dalla Curia di Torino in quanto procedimento distruttivo, la radiodatazione fu infine eseguita nel 1988, quando per essa furono sufficienti frammenti anche minuti di tessuto. Ne vennero incaricati i laboratori di Oxford (Hedges e Hall), Zurigo (Wölfli) e Tucson d'Arizona (Donahue e Diamon). Quando molti si erano ormai esaltati o rassegnati all'ipotesi cristologica, scoppiò la bomba: con un errore possibile di un paio di secoli in più o in meno, il lino risultò essere un manufatto tardo-medievale.
Ne seguì uno strascico polemico complesso, in piccola parte scientifico, in parte maggiore emotivo e in massima parte strumentalizzato. L'attendibilità degli esami e perfino la buona fede degli esaminatori fu posta seriamente in dubbio, ed essi stessi dovettero ammettere, non senza imbarazzo, che le cose non erano andato per il verso giusto, e che comunque non erano stati rispettati alcuni dei protocolli preliminari richiesti dalla Curia torinese, come l'impegno di non comunicare gli uni con gli altri durante il corso delle indagini. Che cosa stupefacente! In quella sorta di frenesia collettiva seguita alle indagini del '78, una vera e propria libido sciendi, nessuno si era accorto che la radiodatazione al carbonio 14 era del tutto inattendibile su di un materiale, quale la Sindone, che nel corso dei secoli aveva affrontato due se non tre incendi con relativo spegnimento ad acqua, innumerevoli manipolazioni - una per tutte, l'opera di rammendo a seguito dell'incendio del 1532 -, numerosi viaggi ed ostensioni all'aperto con ovvii inquinamenti di ogni genere! Ma ancora più sorprendente è il fatto, riconosciuto come invalidante l'indagine da uno dei tre scienziati, che il frammento esaminato era contaminato e/o sostanzialmente estraneo al corpo principale del tessuto della Sindone, essendo del cotone usato come rammendo dalle suore di Chambéry nel 1534!
Il chimico americano Raymond N. Rogers, del laboratorio di Los Alamos e considerato a livello internazionale come uno dei massimi esperti in analisi termica, ha pubblicato uno studio (in inglese, disponibile qui) in cui sin dalle premesse afferma:
"L'osservazione spettrometrica del tessuto prelevato, unitamente alle analisi chimiche al microscopio, provano che il campione utilizzato per la radiodatazione non proviene dal tessuto originale della Sindone di Torino. Perciò la data emersa dall’esame al radiocarbonio non è da considerarsi valida per determinare la vera età della Sindone stessa".
Sul tema del radiocarbonio mi sia consentita una marginale considerazione: se la Sindone fosse realmente medievale, il mistero in essa racchiuso, lungi dall'essere chiarito, diventerebbe ancor più nebuloso, dal momento che l'ipotesi cristologica dell'immagine, per quanto detto sopra, è proprio l'unica non assurda. E veniamo al secondo quesito:
Chi è l'uomo della Sindone?